Chi, incuriosito dalla parola Oplologìa,per conoscerne il significato decidesse di consultare un vocabolario, difficilmente riuscirebbe ad appagare la propria curiosità. Troverebbe opliti (dal greco οπλον, armatura), nome dei soldati greci di fanteria, armati alla pesante: con scudo, elmo, corazza, e schinieri per la difesa, lancia e spada corta a doppio taglio per l’offesa.
Ci sono fondamentalmente due versioni del termine Oplologia, derivate dalla recente diffusione del termine con modalità indipendenti in differenti angoli del globo.
Per l’ambito anglosassone la parola oplologia (hoplology) deriva dalla parola oplita (il guerriero greco armato pesantemente: ὁπλίτης, hoplitēs) ed è stata coniata da sir Richard Burton nel diciannovesimo secolo. Successivamente la parola si è affermata negli ‘60 del ventesimo secolo prendendo la forma di un vero e proprio campo di studio accademico sotto la guida di Donald Frederick Draeger, ufficiale nei Marine degli Stati Uniti, esperto praticante di arti marziali asiatiche e autore di numerosi libri dedicati allo studio delle arti marziali orientali (kenjutsu, jujustsu ecc…) e dei loro praticanti. Nella definizione data negli anni ‘70 l’oplologia è la scienza che studia i metodi di combattimento a tutti i livelli: basi, schemi, significato sociale ecc… Il fulcro dello studio oplologico non è quindi tanto nello studio delle armi, quanto in quello delle tecniche per usarle. L’oplologia col tempo è andata a integrarsi come necessario completamento di altre materie: antropologia, storia militare, psicologia applicata al combattimento… Attualmente l’Università del Kansas possiede uno dei principali dipartimenti dedicati agli studi oplologici degli Stati Uniti. TFR29D.gif
In Italia la parola oplologia venne utilizzata ufficialmente nel ventesimo secolo per indicare lo studio delle armi e delle armature, più che gli stili di combattimento. La parola italiana infatti non deriva tanto da oplita (guerriero) quanto da hoplon (ὅπλον, l’armatura del fante greco, che per esteso indica anche l’intero corredo di armi che più correttamente andrebbe indicata come panoplia). Come spesso accade nei linguaggi tecnico-scientifici, si risponde alla necessità di esprimere nuovi concetti o denominare nuovi enti, creando neologismi tratti per derivazione o composizione da vocaboli già esistenti, anche se appartenenti ad altra lingua. Così gli appassionati per definire l’oggetto della loro passione hanno fuso le parole greche οπλον e λογοσ.
- “Oplon” (οπλον) significa letteralmente “armatura”, ma più in generale è riferibile al corredo di armi dell’oplita. Altri termini, facenti parte a tutti gli effetti della nostra lingua, ricordano, con la loro radice, l’antico fante pesantemente armato: con oplocarìdei si indica un superordine di crostacei; oplitòdromi erano chiamati quegli atleti che eseguivano una corsa in pieno assetto di guerra, percorrendo due o quattro volte lo stadio; mentre con oplomachìa ci si riferisce ad un’antica gara greca corrispondente all’incirca alla moderna scherma.
- Il “logos” (λογοσ)(dal greco légein: scegliere, enumerare, raccontare) ha fondamentalmente il senso di “calcolo” o “discorso”, similmente al latino ratio, oratio. Nella storia della lingua greca ha successivamente assunto svariate valenze quali: relazione, proporzione, misura, spiegazione, definizione, ragionamento, pensiero. In essenza, quindi, l’oplologo è colui che argomenta intorno alle armi (ma anche agli argomenti ad esse collaterali), con il fare certamente rigoroso e scientifico che l’etimologia gli prescrive, ma senza rinunciare a quel coinvolgimento emotivo (oplofilia) che le forti passioni solamente sanno dare.
Si definisce oplologia lo studio delle armi e/o della tecnica dell’uso delle armi e/o delle armature. In linea di massima, per estensione, quando, si parla di oplologìa, ci si riferisce alle diverse aree del mondo storico militare.